OMAGGIO A LOREDANO ROSIN

Vetri inediti dalla collezione privata della famiglia Rosin
Grazie alla disponibilità delle figlie di Loredano Rosin, Collezione Orler è lieta di presentare alcune importanti opere del grande maestro della scultura in vetro massiccio.

TRIBUTE TO LOREDAN ROSIN

Original glasses from the private collection of the Rosin family
Whit the availability of the daughters of Loredano Rosin, Collezione Orler is delighted to present some important works by the great master of solid glass sculpture.

 

VASO CIOTTOLO
Loredano Rosin
Altezza cm 14; diametro cm 33

Vetro calcedonio. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano.

VASO CIOTTOLO

 

VASO A FASCE
Loredano Rosin
Altezza cm 43; larghezza cm 28

Vetro calcedonio ossidato. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano.

VASO A FASCE

 

LAMPADA
Loredano Rosin
Altezza massima cm 41; larghezza cm 36

Vetro calcedonio su base in vetro nero. Lavorazione a canne e puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano. Colla che testimonia la presenza di etichette rimosse.

LAMPADA

 

PENSIEROSO
Loredano Rosin
Altezza massima cm 50; larghezza cm 26

Vetro alexandrite e calcedonio su base in vetro nero. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano. Firma a punta di diamante, etichetta tipo A con numero seriale 204, due etichette abrase e firma a mano “Rosin” sulla base.

PENSIEROSO

 

SOLE
Loredano Rosin
Diametro cm 61

Vetro calcedonio. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano.

Sole

 

VECCHIO CON CESTE
Loredano Rosin e Pippo Madè, 1980
Altezza cm 46; larghezza cm 22

Vetro cristallo con decoro graffito a punta di diamante su base nera. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Lucidata a mano. Dedica a punta di diamante “A Anna con simpatia Madè 980”.

VECCHIO CON CESTE

 

NASCITA DI VENERE
Loredano Rosin
Altezza cm 24; larghezza cm 48

Vetro cristallo con decoro graffito a punta di diamante. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Lucidata a mano. Due etichetta tipo A, una con numero seriale 12, l’altra con il numero seriale 239 e annotazione a mano illeggibile (forse la firma “Rosin”).

NASCITA DI VENERE

 

PREMIO PER CONCORSO “LEMONSODA”
Loredano Rosin
Altezza cm 32; larghezza cm 25 – firma a punta di diamante sulla base

Vetro cristallo inciso a punta di diamante e applicazioni in vetro calcedonio con foglia d’oro applicata su base in vetro nero opalino. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato, lucidato a mano e inciso. Firma a punta di diamante sulla base.

Premio per concorso Lemonsoda

 

CAPRONI
Loredano Rosin
Altezza massima cm 59; larghezza cm 28

Vetro nero con rifinitura in vetro scavo blu. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano.

CAPRONI

 

FIGURA PIANA
Loredano Rosin e Vincenzo Eulisse
Altezza cm 80; larghezza cm 18

Vetro nero su base. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano. Firma “Eulisse” a punta di diamante ed etichetta tipo C con numero seriale 555.

FIGURA PIANA

 

STUDIO PER UNA SCACCHIERA – PEDONI
Loredano Rosin, 1986
Pedone grande altezza cm 30, larghezza cm 16; pedone piccolo altezza cm 25, larghezza cm 14

Vetro cristallo. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molate e lucidate a mano. Firma e data a punta di diamante alla base del pedone piccolo.

STUDIO PER UNA SCACCHIERA - PEDONI

 

SCACCHIERA
Loredano Rosin
Altezza da cm 15,5 a cm 48; larghezza da cm 11 a cm 17

16 pezzi da gioco in vetro cristallo e vetro nero o lattimo. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molati e lucidati a mano. Nel Re nero etichetta tipo A con numero seriale 126, annotazione a mano “Scacchiera 3299” e firma “Rosin”. Firme ed etichette tipo A, B e D su numerosi pezzi.

SCACCHIERA

 

ORME
Loredano Rosin
Lunghezza massima cm 24,5; larghezza cm 10

Vetro ghiaccio blu. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano. Firma a punta di diamante sulla base.

ORME

 

AFRICA
Loredano Rosin
Altezza cm 40; larghezza cm 22

Vetro cristallo fumé. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano. Firma a punta di diamante sulla base.

Africa

 

VERGOGNA DISTESA
Loredano Rosin
Altezza cm 14; lunghezza cm 30

Vetro cristallo fumé. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano. Firma a punta di diamante sulla base.

Vergogna distesa

 

FALLO
Loredano Rosin
Altezza cm 23; larghezza alla base cm 17,5

Vetro opalino rosa. Lavorazione a puntello in vetro massiccio. Molato e lucidato a mano. Firma a punta di diamante.

Fallo

 
Per informazioni su costi e disponibilità delle opere è possibile scrivere a:
vetri@collezioneorler.it

o telefonare al numero: 041.4567816

 

Nato a Venezia (nel sestiere di Dorsoduro) il 10 gennaio del 1936, Rosin abbandonò presto il suo percorso scolastico e fin da bambino contribuì all’economia di famiglia trovando impiego nella produzione di tortellini. La svolta, umana e professionale, che lo legò a Murano si ebbe nel 1948, quando la sua famiglia si trasferì dal centro storico di Venezia alla vicina isola dove il padre Giovanni, “Nane Naso”, era impiegato in qualità di soffiatore nella lavorazione dei prodotti chimici in Pirex presso la fornace Franchetti. Tredicenne, Loredano trovò subito impiego nella vetreria Domus, allora specializzata nella realizzazione dei tradizionali lampadari veneziani, alle dipendenze del maestro “Cocui Saor” (al secolo Romano Zanetti), per dedicarsi successivamente alla realizzazione di Clown alle dipendenze di Giovannin Rossetto “Bronzo”. Dopo un lungo tirocinio, grazie al quale Rosin ebbe modo di apprendere tecniche e segreti dell’arte vetraria, dal 1961 la sua carriera in fornace ebbe un repentino avanzamento e proprio in quell’anno egli iniziò a lavorare in qualità di servente presso la vetreria di Luigi Pinzan, specializzata nella creazione di soprammobili in vetro massiccio. Grazie alla sua innata abilità manuale la sua attività di assistente durò solo un anno poiché, in concomitanza con la nascita della vetreria Cimarosti e Pinzan, Loredano fu promosso subito maestro. In seguito, collaborò per un breve periodo anche con la fornace Ikos dei fratelli Costantini prima di aprire, nel 1964, una sua fornace insieme all’amico Giuliano Mantoan e poi, con il fratello Mirco, la ARTVET, che basò la sua multiforme produzione (vasi, clowns, portacenere, coppe) sulla lavorazione del vetro massiccio; subito dopo l’apertura della nuova vetreria Loredano chiamò come suo assistente anche il fratello minore Dino, che da quel momento gli fu sempre accanto.
Seppur per solo tre settimane, alla metà degli anni Sessanta Rosin assistette il maestro Ermanno Nason, rimanendo colpito dalla sua bravura nella tecnica di lavorazione e modellazione; questa brevissima parentesi accanto a Nason trasformò il suo modo di approcciarsi alla materia, fecendogli comprendere come il vetro potesse essere non solo limitato alle produzioni allora maggiormente in voga ma anche la materia ideale per creare delle vere e proprie opere d’arte: nella sua mente il Clown stava lasciando il posto al Dormiente. La grande svolta nel suo percorso artistico avvenne nel 1965 quando Rosin incontrò Egidio Costantini, che gli chiese di collaborare con la “Fucina degli Angeli” nella realizzazione in vetro delle opere disegnate o ideate dai più grandi artisti, nazionali e internazionali, d’arte contemporanea del momento: da Picasso a Chagall, da Ernst a Arp, da Kokoshka a Cocteau per passare agli italiani Fontana, Licata, Guidi e Guttuso. Fino all’agosto del 1974 materiale esecutore in fornace delle opere di questi grandi artisti, Rosin affinò sempre più la sua innata bravura tecnica nella lavorazione del vetro massiccio. Nel contempo, grazie al approccio con le loro “idee”, egli maturò un linguaggio artistico proprio basato sulla visione tridimensionale dell’opera, cercando di renderla viva e libera dai vincoli di una tradizione artistica ormai da tempo imbrigliata in realizzazioni ripetute secondo un modello fisso, sempre uguale, quasi meccanico e, perciò, non più spontaneo e originale. Il momento di dar corpo alle proprie idee in forma indipendente coincise proprio con la cessazione della lunga esperienza nella “Fucina degli Angeli”: dopo la parentesi dal 1968 al 1974, che lo vide primo maestro della “Salviati & C.” lavorare a stretto contatto con artisti di fama quali Claire Falkenstein, Betha e Teff Sarasin, nel 1975 da finalmente vita insieme al fratello Dino allo studio “Vetreria Artistica Loredano Rosin” nel quale egli è libero di creare sculture in vetro di grande bellezza, riscoprendo tecniche e tipi di vetro il cui uso era andato perduto nel tempo; uno per tutti: il calcedonio. Alternato al cristallo, il calcedonio (creato con l’aggiunta di nitrato d’argento nella massa in fase di fusione al fine di creare nel vetro la fluidità delle striature di alcune pietre dure, in particolare l’agata zonata) di Rosin divenne ben presto la base sulla quale modellare a tutto tondo una serie di straordinarie opere caratterizzate da un modellato plastico, morbido e flessuoso, che suscitarono subito l’interesse del pubblico decretando, così, la sua ascesa ai vertici della produzione artistica muranese. Privilegiando un approccio personale e autonomo alla produzione artistica, dalla cessata esperienza con la “Fucina degli Angeli” egli rifiutò ogni collaborazione con altri artisti facendo, nel tempo, rare e mirate eccezioni: nel 1983 realizzò con Pippo Madé il Presepe incantato, opera prima esposta nella Cattedrale di Monreale a Palermo e, successivamente (1984), nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, mentre alcune opere testimoniano il contributo da lui dato alla creazione di sculture in vetro poi decorate con disegni incisi dal veneziano Vincenzo Eulisse.
Il 1985 è l’anno in cui Loredano Rosin uscì dagli ambiti nazionali per iniziare una serie di mostre internazionali di grande successo: dapprima negli Stati Uniti, riscuotendo immediatamente uno straordinario successo a Philadelphia con la prima esposizione personale di opere inedite presso la galleria Dorothy Lerner, cui seguirono l’anno successivo (1986) un’altra personale presso la Adele Rosen Gallery di Santa Barbara in California e una a Londra presso la Knightsbridge Interiors. Sull’onda dei consensi ottenuti, nel 1987 portò un’altra serie di sue sculture in Giappone, a Tokyo (Tokyo Mori) mentre l’anno seguente fu di nuovo negli Stati Uniti per inaugurare, con il suo insegnamento, il primo corso di scultura in vetro massiccio alla Pilchuck Glass School di Seattle; al termine del corso, sempre a Seattle (Sutton-White Gallery) espose le sue opere realizzate nel corso delle lezioni; nel corso dello stesso anno fu invitato a esporre una sua personale a Toronto, presso la Joseph Carrier Art Gallery. Il 1989 è l’anno in cui Loredano Rosin venne scelto a rappresentare come conferenziere la produzione artistica muranese all’evento “International Glass” in concomitanza con il 19th Annual Symposium of Glass Art Society a Toronto in Canada, evento che vide anche una sua memorabile dimostrazione dal vivo; nello stesso anno portò le sue opere di scultura in Norvegia, alla mostra “Vetri di Murano: 1400-1989” presso la Kunstindustrimuseet di Oslo.
Fino agli inizi degli anni Novanta quella di Loredano Rosin pare essere una inarrestabile parabola ascendente, caratterizzata da continui successi e riconoscimenti sia nazionali sia internazionali. La sua vita viene, invece, tragicamente interrotta in una fredda giornata d’inverno: muore l’11 novembre del 1991 per le ferite al capo riportate in seguito ad un grave incidente (la cui natura rimane ancora avvolta nel mistero) avvenuto lungo il Canal Salso, nella laguna di Venezia, mentre egli stava rientrando a casa da Murano a bordo della sua leggendaria moto d’acqua. Un dolore straziante, un vuoto incolmabile quelli che sono seguiti alla drammatica scomparsa dell’artista, il primo legato ai famigliari e agli amici più stretti, il secondo all’intero mondo della produzione artistica del vetro di Murano.